dopo aver sognato un viaggio in moto in africa per vent'anni e averlo rinviato per tante volte, alla fine ci sono riuscito. in realtà il mio sogno è sempre stato il marocco, ma con soli otto giorni a disposizione non era pensabile affrontare 50 ore di nave a tratta o i 1500 km per arrivare a ceuta.
così la scelta è caduta sulla tunisia. la nave non ha un costo eccessivo (meno di 350 AR con moto) e in ventiquattro ore si copre la tratta genova/tunisi.
il nostro obiettivo era quello di andare il più possibile a sud e arrivarci per quanto possibile tramite piste. avevamo parecchie tracce GPS, per cui da quel punto di vista non abbiamo avuto problemi.
proseguendo verso sud il paesaggio cambia abbastanza in fretta, diventa sempre più arido e i colori sempre più chiari...fino a quando il "giallo sabbia" diventa l'unico colore. il paesaggio è predesertico, con un po' di rilievi e terra secchissima.
la sabbia l'abbiamo incontrata fin dalle prime piste, e devo dire che (specie) all'inizio la prima sensazione non è il massimo. semplicemente, la moto va dove vuole, specie se la sabbia è soffice e se la velocità è bassa.
i canaloni sono una lotteria, l'ideale è passare dove non è ancora passato nessuno, ma non sempre si può.
più è ostile l'ambiente naturale, più sono poveri i villaggi che si attraversano e, per me, l'emozione più grande è stata quella di vedere i bambini correre lungo il marciapiede salutandoci. rallentavamo fino a dar loro il "cinque" ed era incredibile vederli poi riflessi nello specchietto mentre continuavano a correre guardandosi la mano, come se avessero incontrato un supereroe!
alle porte del deserto siamo arrivati la sera del martedì. il giorno successivo ci aspettava la tappa più dura, da Douz a Ksar Ghilane attraverso le dune. ottanta km di sabbia, solo sabbia.
devo dire la verità: ero parecchio preoccupato. un po' per il rapporto fra il peso della moto e il mio (non riesco a tirarla su da solo...), un po' per la difficoltà della guida sulla sabbia (la teoria è quella di "galleggiare" sul fondo dando gas, ma vi assicuro che un conto è dirlo, un conto è avere il pelo di farlo...), un po' per i 40 gradi del sole del sahara ma avevo una discreta ansia.
già da prima dell'alba uno degli altri due ha avuto seri problemi con un virus intestinale (da cui nessuno di noi si è salvato) e prima del decimo km ha avuto un attacco...diciamo "sia da sopra, sia da sotto".
inoltre siamo stati dei pazzi a partire a mezzogiorno: questa tappa si affronta partendo prima dell'alba, con la sabbia compatta dal freddo della notte e che offre un grip (mi vien da ridere a chiamlo grip!) completamente diverso rispetto a quando è calda. so che può sembrare incredibile, ma la differenza è eclatante!
fatto sta che dopo una sosta di un'oretta sdraiati sotte le moto (l'unica ombra disponibile) siamo tornati indietro per fare la tappa via asfalto. mi rode, e parecchio, ma ottanta km così sarebbero stati troppi, specie a quell'ora.
siamo arrivati a ksar ghilane nel tardo pomeriggio, prevalentemente su asfalto e inserendo qualche pista.
ksar ghilane è un'oasi: adesso è piuttosto civilizzata, ma è "un'oasi", con le palme e l'acqua. un'oasi nel deserto, nulla di più, ma c'è l'acqua, quindi c'è la vita.
ah: qui il colore della sabbia cambia. dal giallo si passa a una tonalità ben più rossiccia. la notte abbiamo visto sorgere la luna dalle dune, sotto un cielo che non so descrivere. mai vista una cosa simile.
l'indomani siamo partiti più presto e abbiamo fatto una delle piste più spettacolari fino a chenini, una cittadina (abbandonata) arroccata in cima a una collina con le case scavate nella roccia. per inciso, gli 80km circa di pista ci hanno fatto risparmiare circa 200km di asfalto. il mercoledì sera ci siamo fermati a tataouine, decisamente più interessante per i dintorni che per la cittadina in sé.
ormai è giovedì e si inizia, seppure lentamente, a tirare verso nord. dopo mille soste e mille deviazioni siamo arrivati a matmata (giovedì) e a madhia (venerdì), ma a questo punto il paesaggio del sud è un ricordo. madhia è una cittadina super turistica sul mare...ma un bagno fuori stagione è un toccasana.
l'ultima tappa è madhia-tunisi, nulla più che un pallosissimo trasferimento su asfalto di 300 km scarsi.
questa è stata "la mia tunisia", sempre accompagnata dall'affetto dei tunisini: si avviciano con il sorriso, e (spesso in italiano ma normalmente in francese) ti dicono "benvenuti in Tunisia". chiedono sempre di potersi far fare una foto accanto alla moto, ma concedergli di farli salire in sella è un regalo che li fa davvero felici, basta vedere il loro sorriso.
non abbiamo avuto il minimo problema umano con nessuno, la cordialità con cui ci hanno trattato dal primo all'ultimo istante è stata quanto di meglio potessimo sperare di trovare.
infine i costi: 250 euro per otto giorni incluso vitto, alloggio e benzina per duemila kilometri. può bastare?
se riesco inserisco qualche foto :)
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jacco |
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questa è la porta del deserto! |
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quello laggiù sono io. insabbiato, ça va sans dire. se guardate bene, ride pure il dromedario. |